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Problemi fisici di origine posturale

Il terreno piano risulta una causa primaria delle nostre alterazioni posturali, il nostro sistema posturale reagisce al terreno piano creando una iperlordosi lombare che deve essere compensata, prima di tutto, a livello dorsale con una ipercifosi dorsale e poi con una rettilinizzazione del tratto cervicale. Ma non finisce naturalmente qui, perché questo disallineamento vertebrale comporterà un adattamento, tramite possibili rotazioni su tutti i piani, di tutti e quattro gli arti, del tronco e della testa (con conseguente alterazione dell’apparato stomatognatico). Ognuno di noi compenserà in diversi modi, in base a numerosi fattori (patrimonio genetico, ambiente, attività ecc.), e avrà la sua personale postura (che, di norma, tenderà a  peggiorare col tempo, a meno che non venga effettuata un’appropriata prevenzione). Tutto ciò naturalmente tramite inizialmente ipertonicità, ipotonicità, retrazioni e poi fibrosi muscolari con possibili riflessi, come descritto in seguito, in tutto il nostro corpo.

Le alterazioni posturali comportano tensioni e carichi non fisiologici a danno di muscoli, tendini, legamenti, capsule articolari, articolazioni, nervi, periostio ecc.

Le articolazioni sottoposte al carico gravitazionario in maniera non equilibrata presenteranno zone che subiranno un sovraccarico, andando così incontro ad artrosi precoce e formazione di osteofiti, e zone sottoposte a un difetto di carico, che comporterà un’osteoporosi precoce.

Stress da ipersollecitazioni a carico di tendini e articolazioni inoltre favoriranno l’insorgenza di tendiniti, tenosinoviti, artrosinoviti, borsiti, legamentopatie, neuropatie, calcificazioni, cisti sinoviali, lipomi ecc.

Un allineamento non consono della testa implica, dato il suo peso (oltre 4 kg in un adulto) e la sua posizione, compensazioni di tutto il corpo innescando così potenzialmente un circolo vizioso di effetti perturbanti ascendente-discendente. Oltre a ciò, lateralizzazioni, rotazioni e ante-repulsioni anomale della testa comportano un disallineamento strutturale e funzionale compensatorio sul piano occlusale, quindi sull’apparato stomatognatico. La dentatura che Il bimbo forma, a partire dal primo anno di età, si forma in funzione della sua postura, che man mano va assumendo, e dell’utilizzo della lingua che, assieme al piede, risulta essere il più importante conformatore organo-funzionale; la lingua infatti influenza direttamente la crescita mandibolare, mascellare e la morfogenesi delle arcate dentarie. La funzionalità dei muscoli masticatori dovrà, per forza di cose, assecondare la disarmonia presente con riflessi sulle più importanti catene muscolari.

In ogni caso, se la postura del cranio (e quindi di tutto il corpo) non è allineata anche il piano occlusale, di conseguenza, non sarà allineato ma sarà, per quanto possibile, funzionale a quella determinata e unica situazione. Un raddrizzamento ideale del piano occlusale non accompagnato dall’opportuno programma di rieducazione posturale, rischia così di risultare un intervento con ottimi risultati estetici, a livello della bocca, ma con risvolti negativi del rachide, quindi della postura in generale. Al contrario, l’intervento odontoiatrico, nell’ambito di un lavoro d’equipè di rieducazione posturale, risulta spesso di preziosa e decisiva utilità.

Quasi sempre il nostro adattamento al terreno piano associa all’iperlordosi lombare una rotazione del bacino: da ciò nasce, a livello del rachide, la comunissima scoliosi funzionale che nei casi più gravi causa, in modo particolare durante la crescita e in età avanzata, deformità vertebrali (scoliosi strutturale). La scoliosi, nella maggioranza dei casi, rimane comunque il miglior atteggiamento possibile che il sistema dell’equilibrio, in un determinato soggetto, riesce a ottenere su un terreno a lui poco congeniale quale è quello piano. Questo spiega il frequente fallimento dei busti correttivi i quali, al prezzo di grossi sacrifici di chi li indossa, una volta tolti, di norma, non riescono a garantire altro che un brevissimo periodo di riallineamento della colonna vertebrale (il tempo sufficiente al sistema posturale per realizzare che la strutturazione più funzionale per quel determinato soggetto in quella determinata situazione prevede una scoliosi vertebrale).

In determinate zone critiche della colonna vertebrale (ultime vertebre inferiori cervicali e lombari) il disallineamento comporta la creazione di momenti di forza in grado, col tempo, di provocare veri e propri scivolamenti in avanti o dietro, listesi o spondilolistesi, di una vertebra rispetto all’adiacente che, nei casi più gravi, si accompagnano a rottura, lisi, di un determinato frammento, istmo vertebrale, della vertebra slittata (spondilolisi).

La spondilolistesi ha come prima conseguenza una forte contrazione, praticamente costante, dei muscoli interessati a impedire in ogni modo lo scivolamento vertebrale (muscoli delle docce paravertebrali); non c’è, in questo caso, massaggio, stretching, mobilizzazione articolare che possa risolvere tale situazione. La soluzione sarà modificare permanentemente l’atteggiamento posturale in modo da annullare quei momenti di forza agenti sulla vertebra la cui risultante è una forza che sposta la vertebra dalla sua sede originale. Dopodichè si potrà intervenire efficacemente con la fisioterapia.

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